L’acquario biocenotico: l’acquariofilia consapevole

Posted by on Ago 11, 2012 in I miei articoli | 0 comments

Il 9 Giugno 2012 sono stata invitata dalla ditta Giumar di Napoli  per parlare ad un pubblico di professionisti del settore dell’acquario ‘ biocenotico’.Da appassionata  osservatrice dell’ambiente acquariofilo da anni, mi sono permessa di dare dei suggerimenti al pubblico in sala su come coinvolgere i propri clienti in questo bellissimo hobbye che è l’acquariofilia, proponendo una strategia, a mio avviso avvincente per far si che il cliente non rimanga tale ma diventi un vero appassionato acquariofilo.
Un sentito grazie alla ditta Giumar per la fiducia che mi ha accordato e un abbraccio forte al mio amico Christian Pedone che ha realizzato  lo slide per questa conferenza.

 

 

Osservando da un decennio l’ambiente acquariofilo ,i professionisti del settore, i vari club,virtuali e non , le più importanti manifestazioni europee del settore e`evidente come la stragrande maggioranza delle persone che si avvicinano all’acquariofilia, dopo qualche tempo l’abbandonano.
Non a caso i mercatini dell’usato di materiale acquariofilo sono pieni di annunci «svuoto tutto», «vendo in blocco» .ecc ecc

Quali sono i motivi di questo incessante e massiccio ’drop out’?
Le giustificazioni dell’abbandono sono di solito di natura economica,
……«Mantenere l’acquario costa troppo,ogni mese c’e’ una spesa improvvisa perché muoiono pesci, compaiono alghe, si fulmina un neon, ogni volta che entro mi tocca spendere dei soldi per sistemare un problema nell’acquario»…..

 

 

In realtà il vero motivo dell’abbandono e´ dovuto al fatto che chi ha accompagnato l’acquariofilo nei suoi primi passi (la maggior parte delle volte e’ proprio il professionista a cui si e’ rivolto) non e` riuscito a far diventare il cliente un appassionato acquariofilo.

 

 

Fare appassionare il cliente all’acquariofilia e` a mio avviso il primo ma fondamentale passo per fidelizzare il cliente.

Per fidelizzare il proprio cliente e necessario innanzitutto che si instauri un rapporto di fiducia;per un appassionato vuol dire soprattutto ricevere dal professionista informazioni veritiere e formative che lo invoglino a crescere,perché la sua crescita e` per il negoziante un investimento per il futuro.

 

 

Quand’è quindi il momento migliore per il professionista per iniziare il suo investimento futuro?
Sicuramente quando il cliente gli chiederà di allestire il suo primo acquario.

 

 

Quando un cliente si rivolge ad un professionista per realizzare un acquario e’ necessario dedicare un po’ di tempo per una anamnesi di questo cliente: bisogna capire infatti se questi ha delle nozioni anche basilari di acquariofilia, quanto spazio ha a disposizione, quanto tempo può dedicare all’ acquario e se si sta avvicinando all’acquario perché gli interessa approfondire una curiosità riguardo ai pesci, alle piante o semplicemente considera l’ acquario come un elegante complemento d’ arredo.

 

 

Una volta messi a fuoco questi aspetti si può iniziate a pianificare l’ ambiente acquatico che si vuole realizzare.
La scelta va fatta principalmente tra queste 3 tipologie di ambienti:

 

1) Acquario biotopo: un acquario che cerca di imitare un dato biotopo esistente in natura, sia per quanto riguarda la scelta dei pesci e delle piante che l’habitat.
E’ importante pero’ chiarire un concetto fondamentale: anche l’acquario biotopo studiato nei più piccoli particolari non potrà mai essere l’esatta riproduzione dell’omonimo biotopo presente in natura, ma nel migliore dei casi rassomigliarli alla lontana, questo a prescindere da un altro dato molto importante e cioè che la maggior parte dei pesci presenti nei nostri acquari possono dirsi privi da generazioni del loro specifico biotopo naturale originario. Anche per le piante ormai la maggior parte di quelle disponibili sono delle ‘cultivar’, cioè ibridazioni delle specie naturali.

 

 

2) Acquario geografico: un acquario che ospita pesci e piante provenienti dallo stesso continente o zona geografica. Questa metodica, sebbene possa sembrare affascinante, spesso in realtà si rivela piena di insidie.
È impensabile che determinati pesci o piante possano considerarsi adatte ad una convivenza in acquario solo perché provenienti dallo stesso continente o dalla stessa zona geografica.
Le diverse specie di pesci infatti occupano e condividono diverse nicchie ecologiche in base alla loro compatibilità biologica, ambientale e comportamentale, che varia molto anche nella stessa area geografica.

 

 

3) Acquario di comunità: e’ un acquario che ospita pesci e piante di diverse origini e con diverse esigenze.
Il vero e proprio acquario di comunità ,o perlomeno quello che dovrebbe essere ,è sicuramente il più difficile da allestire, perché è estremamente impegnativo riuscire a far convivere in un tutt’uno funzionale pesci e piante che abbiano esigenze biologiche e ambientali diverse. Con questi presupposti non sorprende come il più delle volte sia proprio questo tipo di acquario, seppur indicato come » il più facile» o «adatto a chi inizia» a riservare le peggiori delusioni.

 

 

Ecco perché, quale delle 3 scelte di tipologia di acquario si vada ad allestire é fondamentale creare innanzitutto un acquario biocenotico, un acquario in cui la scelta delle varie specie di pesci e di piante sia dettata da un’effettiva compatibilità biologica, alimentare e comportamentale.
La biocenosi é infatti un’associazione biologica di specie diverse di animali e/o piante conviventi in un determinato ambiente naturale.

 

La Biocenosi
Spesso si parla di «equilibrio biologico in acquario» come di una chimera irraggiungibile.
É davvero ottenibile una sorta di equilibrio biologico in un’ecosistema artificiale quale è l’acquario?
In natura si viene a creare un equilibrio definito «biologico» quando in un determinato ambiente si instaura una situazione relativamente stabile di rapporti reciproci fra organismi animali e vegetali ( biocenosi) e fattori chimici dell’ambiente stesso (biotopo).
Da tale definizione si può estrapolare che, poiché é indubbiamente possibile riuscire ad ottenere in acquario una situazione abbastanza «stabile» di quei rapporti tra pesci ,piante e ambiente,ci si può avvicinare moltissimo a quello che é un equilibrio «biologico»dell’ambiente acquario.
Non è un «equilibrio biologico naturale» dell’acquario, ma un equilibrio biologico dell’ambiente acquario, cioè proprio per questo del tutto caratteristici e unico.

 

1) compatibilità interspecifica zoocenotica (ad esempio evitare i far convivere dei grandi Ciclidi predatori come Scalari, o Mbuna con piccoli invertebrati come le Caridina e ancora degli Astronotus oscellatus con dei piccoli caracidi.
2) compatibilità intraspecifica zoocenotica ( ad esempio evitare di far convivere nella stessa vasca 2 esemplari di Betta maschi)
3) compatibilità fitocenotica ( riferito alle diverse esigenze delle piante in fatto di luce, temperatura e durezza dell’acqua
4) compatibilità tra zoogenosi e fitogenosi ( e’ deleterio mettere ad esempio in un plantacquario dei pesci fitofagi come ad esempio i carassi ma anche degli Ancistrus in una bella vasca con Echinodorus )
5) compatibilita’ fra ecotopo e biocenosi ( es evitare di allevare discus selvatici in acqua troppo dura oppure alleare dei Ciclidi africani in acqua osmotica).

 

Una parentesi su questa tipologia di acquario.
L’acquario biocenotico può essere definito, per l’appassionato, uno degli acquari più stimolanti, per le infinite variabili nell’allestimento e appaganti sotto l’aspetto estetico/scenografico. Allo stesso tempo è un acquario che spinge l’appassionato a ricercare sempre nuove soluzioni, accessori idonei e prodotti appropriati per la corretta gestione. Questo appare un bene sia per l’hobbista che per il “commercio”.

 

 

 

 

Bibliografia:
Raffaele Bufo:La Biocenosi in Acquario e i discus .
Discus Notiziarion°3-2000 Ed.Primaris