Wild in love… quel magico momento

Posted by on Dic 21, 2008 in Acquari, Discus &Altum, I miei articoli | 0 comments

Un acquario di discus selvatici e’ un grosso impegno… ma puo’ regalare dei momenti indimenticabili come quello che mi han regalato i miei discus: una riproduzione in acquario di comunità…
Il racconto passo per passo di questa bellissima esperienza.

Nell’autunno 2005 ero da poco approdata sul DiscuPortal; ciò aveva determinato una grande attività da parte mia sia per l’ ennesimo allestimento di un acquario sia per l’ impegno richiesto dal forum del DiscusPortal.
Nel salotto di casa mia, circondato dalla frenetica quotidianità di adulti, bambini, gatti ed un continuo via vai di gente, c’è ancora oggi un acquario aperto di 400 litri che in quel periodo ospitava 7 discus selvatici ( 1 Heckel, 3 Namundha blu, 1 Red Tefè,1 Brown e 1 Alenquer), un branco di Petitelle georgeae, loricaridi vari ed una graziosissima razza d’acqua dolce(Potamotrygon Reticulatus).

tn_2 copia.jpg

La passione per i discus selvatici mi aveva coinvolta 18 mesi prima ed ero da poco stata fulminata dall’ Heckel-mania : cercavo, quindi, di realizzare un acquario esclusivamente dedicato a loro.
La mia esperienza con i discus selvatici, ed in particolare con gli Heckel, fino a quel momento  era maturata in modo tranquillo; non mi considero una esperta di questi pesci e i discus che nuotavano nell’acquario non erano certo di grande valore, ma mi accingevo a fare un passo importante e ciò mi portava ad impegnarmi nello studio di tutto quello che trovavo in rete sugli Heckel per cercare di capire come poterli tenere al meglio, senza tuttavia cercare di giungere alla riproduzione, che consideravo al di sopra delle mie possibilità, in termini di capacità ed impegno.
La sera del 1° novembre osservavo l’acquario, quando mi accorsi dei colori particolarmente accesi dell’ unico Heckel che nuotava tranquillo in mezzo agli altri discus.
Nella colorazione smunta tipica degli Heckel, all’improvviso c’erano sfumature blu su tutto il corpo e le barre erano molto più marcate.

tn_3 copia.jpg

Osservando attentamente mi accorsi che … stava succedendo qualcosa di strano : il giovane Heckel si pavoneggiava vanesio davanti ad una Namundha Blu, una pesciolona grande e dall’aria ‘vissuta’.
Abituata ad assistere con i discus allevati a vibramenti, scuotimenti ripetuti e pulizie varie del substrato scelto dalla coppia prima della deposizione, non credevo ai miei occhi quando dopo 10 minuti vidi, senza alcun segno premonitore, la Namundha che deponeva sulla lampada UV immersa in un angolo della vasca ed incredibilmente il maschio Heckel che passava sopra le uova per fecondarle.
‘Allibita e incredula’ : sono le parole giuste per definire il mio stato d’animo e, parlando al telefono con un amico di quello che stava accadendo nel mio acquario, il consiglio che ricevetti fu : – ” Presto, fai delle foto!! Perché, se lo racconti solamente, non ci crederà nessuno!!!” – .
In effetti stentavo a crederci pure io… Presi al volo la mia digitale e, nonostante la posizione un po’ scomoda, riuscii comunque ad immortalare quel momento.

tn_4 copia.jpg
tn_5 copia.jpg
tn_6 copia.jpg
tn_8 copia.jpg

La sera stessa inserii le foto sul forum ed il risultato fu un coro di sorpresa incredibile perché … mai e poi mai qualcuno avrebbe scommesso un solo euro che io riuscissi a convincere due selvatici a riprodursi nei miei acquari ! Non ci avrei scommesso nemmeno io, anche perché, in verità, mi ero limitata a guardare ciò che accadeva : del resto … facevano tutto loro !
Provavo un’incredulità totale … non mi sembrava possibile potesse accadere … in un acquario di comunita’ cosi’ promiscuo, dove i discus stavano da pochi mesi, in un ambiente tutt’altro che tranquillo. Mi dicevo … : “Io che faccio riprodurre un Heckel??? Naaaaaaaaaaaah !!!”; eppure stava succedendo nell’acquario dove IO avevo creato un ambiente che, tutto sommato, aveva garantito un certo benessere ai miei pesci … quindi … perchè non crederci ????
Ma il magico momento era sembrato svanire subito, perché la mattina dopo i due innamorati facevano colazione con le “uova strapazzate” … “Va be’ ” : ho pensato … mi ero illusa di poterci riuscire.

Nei giorni successivi cercai di dare una spiegazione a quanto accaduto, pensando e ripensando a “come avevo fatto, che valori dell’acqua avevo, cosa avevo fatto di particolare, cosa avevo dato da mangiare, ecc. …”
I valori dell’acqua il giorno dopo la deposizione erano: pH = 5,5, cond. = 100, kh = 1, no2 = 0, no3 = 20 ; Avevo cambiato l’ acqua il giorno prima, a dieci giorni di distanza dall’ultimo cambio.
Già di per sé questa era una cosa anomala, perché di solito effettuo regolarmente i cambi d’acqua ogni 7 giorni. In quella specifica occasione, però, l’acqua RO mi occorreva per riempire il nuovo acquario e avevo quindi dovuto posticipare di qualche giorno il cambio stesso. Non avevo prestato una cura particolare all’acqua, che era d’osmosi, miscelata con un 10% di acqua di rubinetto, senza ricorrere nemmeno ad una prefiltratura; all’acqua aggiungevo solo un po’ di oligoelementi. Ne’ biocondizionatori, ne’ torba : semplicemente acidificavo con un po’ di CO2. L’alimentazione dei pesci era composta da surgelati vari : tubifex liofilizzato, granulato e spirulina. In realta’ ero concentrata su altro e l’acquario dei selvatici non nutriva grandi mie attenzioni, pur garantendo una cura costante e regolare.

Nei giorni seguenti, nell’acquario si notava uno strano comportamento di tutti i discus : la coppia che aveva deposto aveva preso possesso dello spazio al lato opposto di dove era avvenuta la deposizione. Teneva a bada tutti gli altri 5 discus e la razza, che si ostinava a volere a tutti i costi planare sopra di loro, facendo infuriare l’ Heckel, che la puntava rabbioso per allontanarla…
Di fatto era stata stabilita una “NO FLY ZONE”, e l’ Heckel faceva di tutto per far rispettare le regole e …i piani di volo ! Ma da parte di questa coppia nessun accenno a voler deporre : ne’ vibrazioni, ne’ corteggiamenti, ne’ pulizia di un substrato ; nulla. Qualcosa di incredibile si stava, nel frattempo, verificando in vasca : tutti i discus avevano dei colori vivissimi e ogni tanto qualcuno vibrava, c’erano movimenti languidi nelle code, strofinamenti tra i fianchi, ma non riuscivo a capire come fossero divise le coppie … Oramai avevo battezzato l’acquario : “il bordello”.
Nel giro di 48 ore l’acquario era diviso in tre zone presidiate da tre coppie diverse, di cui una decisamente anomala : un discus, infatti, era rimasto scompagnato, ed obbligato a condividere la sua porzione on la razza che vorticava intorno rabbiosa, scacciata com’era da ogni posto in cui cercava di posarsi.

tn_9 copia.jpg
tn_10 copia.jpg
tn_11 copia.jpg
Nel frattempo cercavo di pensare a cosa fare. Avevo un acquario da 500 litri pronto per ospitare dei discus, ma spostare i discus in quel momento così delicato equivaleva a cambiare il loro ambiente e abbassare di molto le possibilità che così si riproducessero. Il dubbio era fortissimo : spostare una o piu’ coppie? Forse era meglio lasciare stare e vedere cosa succedeva …
Mentre mi scervellavo in cerca di una soluzione, i discus decisero in mia vece
. La coppia Heckel x Namundha 15 gg dopo la prima deposizione ci riprovò usando come substrato una foglia di Echinodorus Ozelot.

tn_13copia.jpg

tn_14 copia.jpg
tn_15 copia.jpg
tn_16 copia.jpg
tn_17 copia.jpg
tn_18 copia.jpg

Avevo visto spesso i miei discus allevati deporre, ma questa coppia di selvatici rappresentava per me qualcosa di veramente speciale. Cercai di non illudermi : quando la sera lasciai una piccola luce accesa per consentire alla coppia di vigilare sulle uova, già immaginavo la famelica razza che in un lampo spazzolava via tutto; invece, la mattina dopo le uova erano ancora tutte là…
Misurai nuovamente i valori dell’acqua che erano diversi da quelli di 15 giorni prima: pH =5,8, cond. = 240, kh = 2.
La mattina successiva misi in subbuglio tutti gli amici in cerca di una soluzione per cercare di proteggere la covata dal resto degli abitanti dell’acquario. I due genitori erano indaffaratissimi a scacciare i troppi abitanti dell’acquario : impensabile, quindi, che potessero andare avanti così a lungo. Avrei voluto spostare la razza, che rappresentava il predatore più pericoloso, ma spostare una razza equivale a sfidare la sorte perché già si adattano male alla cattività : addirittura spostarla in un altro acquario il più delle volte vuol dire farla morire, come purtroppo accadde qualche mese dopo.
Aguzzai l’ingegno e realizzai un divisorio utilizzando dei tubi di plastica come telaio e della rete da zanzariera – che avrebbe garantito un continuo, seppur ridotto, passaggio d’acqua – cucita intorno ai tubi stessi. Con pazienza, cercando di non spaventare troppo i pesci, riuscii a creare un recinto, una sorta di cubo, isolando così la coppia e la loro covata.

tn_20 copia.jpg
tn_21 copia.jpg

Il giorno dopo mi venne meno il fiato quando non riuscii a scorgere più le codine sulla foglia; ma, scrutando attentamente tra le piante, mi accorsi che la coppia aveva spostato i piccoli in un posto più appartato e vigilavano su di loro attentamente e tranquillamente, ventilandoli. Oltre il divisorio … il finimondo … : due coppie che difendevano i loro territori, un altro discus solo, soletto, che non sapeva dove andare, e la povera razza sempre piu’ nervosa che si metteva a scavare sotto la sabbia nel tentativo di passare sotto la rete divisoria. Nel frattempo osservavo i neogenitori : mi aspettavo di vedere scurire i pesci per la produzione del muco per attirare i piccoli al momento del nuoto libero. Ma così non fu : anzi, se la femmina Namundha aveva mantenuto il suo rosso mattone, l’Heckel finito l’accoppiamento era tornato chiaro, anzi chiarissimo. Mi preoccupava questo aspetto, ma come scopersi in seguito, mi preoccupavo inutilmente.
Il 20 novembre, mentre partecipavo al Discus Day a Roma, ricevetti un SMS da mio marito che mi avvisava testualmente : “I microdiscus sono attaccati come pulci ai genitori.” Tornata a casa, naturalmente, fotografai questo quadretto familiare incredibile.

tn_22 copia.jpg
tn_23 copia.jpg
tn_24 copia.jpg
Nel frattempo oltre il recinto era successo qualcosa di nuovo. La coppia Namundha x Alenquer aveva deposto al lato opposto della vasca, sulla solita lampada UV-C ( cosa avesse di cosi’ eccitante ‘sta lampada UV-C non l’ho mai capito….. ).
tn_26 copia.jpg
Al 4° giorno di nuoto libero dei piccoli di Namundha x Heckel mi cimentai nel tentativo di far schiudere dei naupli d’artemia, ma con risultati disastrosi, perche’ con gli schiuditoi commerciali non ne riuscivo a far schiudere che pochissime quantità. Vedevo, però, i piccoli sempre appiccicati ai genitori, crescere di ora in ora e passare baldanzosamente da mamma a papà come fossero un piccolo sciame di insettini.
tn_27.jpg
tn_28 copia.jpg
tn_29 copia.jpg
tn_30 copia.jpg
tn_33.jpg

 

tn_34.jpg
tn_35.jpg
tn_36.jpg
tn_37.jpg

Ne ho contati un centinaio e il loro nutrimento e’ stato garantito al 99% dai genitori… perche’ … se fossero veramente dipesi da me…avrebbero di certo chiamato il telefono AZZURRO !!! Nel frattempo, oltre il recinto le cose evolvevano in continuazione e mentre la seconda coppia al comparire delle codine se le mangiava.

tn_38.jpg
Una terza coppia aveva deposto proprio al centro della vasca, in una posizione dove purtroppo le uova non avevano nessuno scampo, perché la razza era implacabile nel posarsi sulle uova e mangiarsele tutte, nonostante i feroci attacchi dei discus. La natura, si sa, è così..
tn_39.jpg
tn_40.jpg
Nelle due settimane successive nella 400 litri c’era un enorme fermento: un centinaio di dischetti che brucavano dentro il recinto tra le piante, si avvicinavano incautamente alla rete divisoria dove un branco di predatori famelici li attendeva per cercare di agguantarli. Ma la determinazione era quella di stare sempre vicini ai genitori, perche’, visto che la loro padrona non era un granche’ come cuoca, per mangiare si dovevano ciucciare mamma e papa’.
tn_41.jpg
tn_44.jpg
tn_45.jpg

 

tn_46 copia.jpg
tn_47.jpg
tn_48.jpg
tn_49.jpg
tn_50.jpg

 

Io malgrado il periodo di lavoro bollente di dicembre, cercavo di fare del mio meglio con tuorlo d’uovo, Sera Micron : avrei dato loro anche pane e Nutella se me lo avessero chiesto, ma in realta’ il momento magico stava per finire e cominciavano a presentarsi dei problemi : a) l’acqua all’interno del recinto non era molto pulita, a causa del poco ricambio d’acqua. Nonostante effettuassi giornalmente piccole sifonature, residui di cibo rimanevano tra le foglie e i genitori mangiavano molto poco. La femmina Namundha appariva abbastanza stanca e dimagriva sotto i miei occhi. b) i piccoli cominciavano a morire un po’ ogni giorno e, se per i primi due o tre giorni ho pensato ad un evento fisiologico, poi, analizzando meglio la situazione, avevo scoperto la presenza di vermi delle branchie.

I piccoli, infatti, sostavano sotto il pelo dell’acqua : li trovavo giacenti morti sul fondo nel giro di poche ore. I valori dell’acqua erano ancora buoni, ma il delicato e magico equilibrio si era rotto… e dovevo intervenire.
A questo punto mi organizzai per separare i piccoli dai genitori, liberare così la coppia e finalmente togliere il recinto. Mi dispiacque moltissimo doverlo fare, perché, sinceramente, non mi sentivo affatto in grado di prendermi carico e di occuparmi di loro, soprattutto per il fatto che quel periodo dell’anno coincideva e tutt’ora coincide con il mio massimo impegno lavorativo : 12 ore al giorno, con il tempo libero da dedicare ai miei cuccioli umani, che hanno la precedenza. Nonostante il mio intervento, i piccoli discus continuavano a morire, malgrado cercassi di salvarne quanti più possibile. Sistemati in una vaschetta di 25 litri erano ormai una cinquantina.

 

tn_54.jpg

Provvidi, quindi, ad effettuare un trattamento con il Nevugon, riuscendo di fatto a fermare la moria. Ma come dicevo prima, il momento non era quello migliore per me e ne pagai le conseguenze, perché a causa di un grossolano errore, dettato dall’evidente inesperienza, avevo messo un filtro interno.

In una notte quasi tutti i piccoli finirono nel retro del filtro, morendo. Il rammarico grande e’ quello di non essermi potuta impegnare di più in questa fase di distacco dai genitori, ma oramai era troppo tardi per porre rimedio.
Quando anche l’ultimo dei piccoli se ne andò, preferii abbandonare del tutto qualsiasi tentativo di portare avanti le covate delle altre coppie. Non me la sentivo : non sono un’allevatrice.
Per me era più importante rimettere in sesto la Namundha che vedevo deperire sempre di più. Sfortunatamente la femmina non si riprese mai più e, nell’estate successiva, morì semplicemente di consunzione. Secondo me era troppo in età avanzata, ma mi aveva regalato un’esperienza bellissima. L’ Heckel fu, successivamente, introdotto nella vasca a loro destinata, ma anche lui non sopravvisse tantissimo, morendo lo scorso autunno.
Dopo questa avventura ho preferito cedere una coppia, che deponeva regolarmente, ad un amico che ha portato avanti più di qualche covata … e quindi, di fatto, sono nonna ugualmente !!!
Altri due Brown sono tutt’oggi nei miei acquari, ma non hanno mai più deposto.

Ho provato e riprovato più volte a ricreare quell’ equilibrio perfetto che in un acquario induce i suoi abitanti a riprodursi, non per la semplice soddisfazione di vederli riprodurre, ma solo per avere la certezza di farli star bene.
Non ci sono più riuscita. Forse cerco troppo l’ambiente “perfetto” per i miei discus e questa ricerca mi porta ad impegnarmi troppo su di loro.
L’unica volta in cui invece li ho lasciati in pace, magari rivolgendo la mia attenzione altrove, mi hanno regalato un evento indimenticabile. Se avrò mai un’altra occasione con i miei selvatici questa volta saprò occuparmene perché é un impegno morale che mi sono presa. Quando si ricevono dei doni così, si ha il dovere di fare non solo il possibile, ma anche l’impossibile per non sprecarli.

Testo ed Immagini sono apparse nell’ultimo numero di Discus Notiziario, l’articolo è pubblicato sul WEB per gentile concessione della casa Editrice Primaris